Presentazione del libro: NE’ VIVI NE’ MORTI L’odissea della nave Hedia e l’assassinio di Enrico Mattei

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NE’ VIVI NE’ MORTI

L’odissea della nave Hedia e l’assassinio di Enrico Mattei

Ecco il più incredibile giallo della marina del XX secolo, brillantemente risolto con un’inchiesta sul campo durata due anni, da Gianni Lannes, un ex giornalista investigativo italo-francese.

Il 14 marzo 1962 la nave “l’Hedia”, un mercantile di 4 mila tonnellate varato nel 1915, battente bandiera liberiana ma di proprietà della Compania Naviera General S.A. di Panama con sede a presso il Banco di Roma di Lugano, con diciannove marinai italiani e un gallese a bordo, scomparve al largo delle coste dell’Africa Settentrionale.

Il presunto naufragio della Hedia fu immediatamente accompagnato da voci contraddittorie, sospetti e soprattutto misteri.

Alcuni ipotizzarono perfino il siluramento da parte di unità della marina militare francese impegnata nel Mediterraneo a stroncare il rifornimento di armi al Fronte di Liberazione Algerino, altri pensarono che sia stato frutto di un tragico errore.

Sullo sfondo della storia lo sfruttamento di idrocarburi del Sahara, l’improvvisa uscita di scena di Enrico Mattei, che il 6 novembre si accingeva a firmare un accodo strategico con il presidente algerino Ben Bella.

Dive è andata a finire la nave con tutto l’equipaggio nessuno lo sa!

Quello che si sa è che la Hedia levò le ancore da Venezia e caricò ufficialmente concimi a Ravenna, da cui partì il 16 febbraio 1962 diretta in Spagna, con uno scalo intermedio a Casablanca sulla rotta del ritorno.

Il 21 marzo il centro radio di Tunisi captò un messaggio, poi rilanciato il 22 anche dal comando inglese di radio Malta, con il quale di dava informazione a tutti i natanti in navigazione che il mercantile Hedia aveva notificato la sua posizione a ridosso dell’isola di La Galite e si trovava in difficoltà a causa di una burrasca.

Che cosa accadde a bordo per non trovare il tempo di lanciare un mayday, quale evento così, improvviso e non certo una tempesta annunciata e affrontata coscientemente, colse di sorpresa l’equipaggio?

Il 14 settembre il quotidiano Il Gazzettino di Venezia pubblicò una foto scattata da un reporter dell’United Press, Jim Howard, che riprendeva un gruppo di prigionieri europei nell’ambasciata francese ad Algeri il 2 settembre del 1962.

Fu così che la signora Balboni, moglie del cuoco di bordo Ferdinando, riconobbe il marito, e anche la madre del secondo ufficiale Elio Dell’Andrea, identificò il proprio figlio.

I familiari del fuochista Giuseppe Orofino, del marinaio di coperta Filippo Graffeo e del marconista Claudio Cesca firmarono davanti ad un notaio, il “riconoscimento senza possibilità di equivoco” dei loro famigliari scoparsi.

Il 31 luglio alcuni parlamentari, basandosi su questa inchiesta, hanno inviato un’interrogazione parlamentare (numero 4-10090) sul caso al governo: a tutt’oggi, però, non è pervenuta alcuna risposta. Gianni Lannes ha dimostrato che le verità ufficiali italo-francesi sul caso, ovvero il naufragio, non sono veritiere, e che la fine di Mattei ha un altro movente sepolto nell’ombra delle verità indicibili.

L’autore l’11 febbraio 2016 ha indirizzato una lettera aperta al presidente francese Hollande, tramite l’ambasciatore Catherine Colonna, per sapere dove sono sepolti i marinai dell’Hedia.

Di questo e di altro ancora si discuterà il 29 agosto 2016 alle ore 21,00 presso l’atrio superiore del comune di Sciacca in via Roma r. 13 alla presentazione del libro: NE VIVI NE MORTI Odissea della nave Hedia e l’assassinio di Enrico Mattei con Gianni Lannes, autore del libro ed Accursio Graffeo infaticabile promotore delle ricerche.

Sostenitore di questa interessante iniziativa anche il Circolo Nautico il Corallo di Sciacca

2016.05.15 copertina libro definitiva + JPEG